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Digital Craft
atti del convegno online
Atti del convegno internazionale:
Verso un'architettura organolettica
Edificare in legno
Digital Craft
Arch. Sam Mc Elhinney
Tra i materiali da costruzione più innovativi c’è l’XLAM, pannelli di legno massiccio a strati incrociati che permettono la realizzazione di architetture all’avanguardia. Il giovane studio londinese Surface Architects ha realizzato con questo materiale lo spettacolare “Birkbeck Centre for Film and Visual Media” dell’Università di Londra.
L’arch. Sam McElhinney, che lavora nello studio dal 2005 ed è docente alla Canterbury School of Architecture, illustra il progetto.
L’obiettivo era progettare un nuovo ambiente dedicato alla ricerca cinematografica, partendo dalla ristrutturazione del sotterraneo e del pian terreno di un immobile a schiera di epoca Georgiana protetto dalle Belle Arti e occupato un tempo da Virginia Woolf e dal gruppo Bloomsbury.
Il progetto includeva inoltre l’ampliamento di due ulteriori piani, costruiti negli anni settanta per ospitare circa 80 persone, un modernissimo auditorium con cinema digitale e una sala proiezioni. Il tutto completato da spazi direzionali per il personale accademico, un laboratorio e un’area “open space” per incontri informali.
L’intenzione era quella di creare una trasformazione dello spazio, utilizzando il linguaggio della narrazione cinematografica: una sorta di spazio “altro”, nascosto dietro ad una facciata georgiana e dal quale osservare occasionalmente il tradizionale contesto esterno
L’XLAM ha permesso di realizzare un “monoblocco” ligneo che, rovesciandosi, assume diverse configurazioni. Il movimento risulta in alcuni punti “congelato” al fine di creare un modello 3D che definisce e crea gli spazi.
Le caratteristiche del materiale costruttivo cambiano a seconda delle inclinazioni spaziali, assumendo una molteplicità di colori, texture e riflessi diversi. Il posizionamento delle forme di taglio è stato realizzato interamente mediante “Form Z”, un programma 3D. Questo ha permesso un’analisi approfondita della costruzione esistente, anche nel caso di superfici angolari, al fine di risolverle nella maniera più accurata. Sono state inoltre riviste più volte le animazioni in 3D dello spazio, integrando lo sviluppo architettonico con nuove informazioni.
La complessa geometria di intersezioni generata da questo processo è stata letta dal PC al fine di creare una serie di “modelli di taglio” o delle superfici. Per ogni angolo della geometria sono state verificate tre coordinate dimensionali, registrando le cosiddette “posizioni di coordinamento tridimensionali” per ogni punto angolare dello spazio.
Questa informazione è stata aggiunta ai “piani di esecuzione” in modo che il subappaltatore fosse in possesso sia delle informazioni per le dimensioni delle cassaforme smontabili sia di quelle per il loro collocamento ed orientamento nello spazio. I piani di esecuzione sono stati inviati alla ditta costruttrice dei pannelli XLAM, dove ogni pannello è stato ricavato da tavole di legno di abete massiccio a strati incrociati. Il fatto di aver dotato il fornitore dei piani di esecuzione di base, ha garantito che le complesse grandezze bidimensionali fossero realizzate facilmente usando macchinari gestiti dal PC.
In cantiere ogni pannello è stato posizionato e collegato agli altri.
Questo processo è stato supervisionato con molta attenzione dall’architetto Nikos Charalambous e dal team dei costruttori: entrambi infatti sapevano esattamente quale doveva essere la geometria finale dell’opera.
Una volta ultimato l’assemblaggio, i pannelli di legno massiccio a strati incrociati XLAM hanno permesso alla complessa geometria di intersezioni della cassaforma, di essere priva di appoggi con un collegamento minimo posteriore alla struttura primaria. Montati i pannelli, è subito emersa la forma definitiva dello spazio.
Le finiture di superficie sono state applicate alla cassaforma utilizzando traverse e calastrelli e lasciando uno spazio di circa 50 mm tra questi e la struttura portante. Queste finiture aggiuntive regolabili concedevano all’appaltatore un’”area di tolleranza” di +/- 10 mm al fine di raggiungere la geometria progettata. L’alto livello di accuratezza del progetto si è rivelato essenziale per mantenere l’integrità e l’accuratezza delle finiture, che prevedevano precisi ed eleganti dettagli nell’interfaccia tra le superfici.
I materiali utilizzati per le finiture, incluso il tessuto “stretch” all’interno dell’auditorium e sulle superfici di camminamento, comprendono: pavimenti in resina lucida, poltrone di pelle vicino alle finestre, intonaci molto lucidi, velluto, moquette, vetro, un corrimano ed una passerella sospesa realizzati in acciaio inossidabile spazzolato. Oggi, questa affascinante costruzione si stacca dal classico contesto circostante, offrendo una ventata di colore a studenti e visitatori.