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Roots and Architecture
atti del convegno online
Atti del convegno internazionale:
Verso un'architettura organolettica
Edificare in legno
Roots and Architecture
Arch. Sami Rintala
Nei paesi scandinavi il legno è il materiale da costruzione per eccellenza: basta tagliarlo ed è subito disponibile. E’ molto amato anche dall’architetto e artista Sami Rintala, nato nel 1969 in Finlandia, ma residente in Norvegia in una piccola città 100 km a nord del Circolo Polare Artico.
Sami Rintala ha fondato con il collega islandese Dagur Eggertsson lo studio Rintala Eggertsson a Oslo. Nelle loro architetture le qualità materiali, narrative e concettuali del legno esaltano progetti che offrono un pensiero critico sulla società, la natura e il ruolo dell’architetto nella civiltà odierna.
E’ nota a tutti la grande differenza di condizioni di vita che separa il Nord dal Sud del mondo. Ancora oggi, il 50% della popolazione mondiale vive lontano dalle grandi città e produce il cibo e l’energia delle classi agiate. La maggior parte degli architetti concentra il proprio lavoro nelle città e sulle aree urbanizzate, mentre lo studio Rintala Eggertsson rivolge il proprio sguardo sull’altra parte del mondo, quella meno sviluppata.
In un mondo sempre più globalizzato, l’architettura deve ritrovare il contatto con la realtà del luogo, deve adattarsi ad essa così come è sempre stato in passato. L’architettura è come il linguaggio, una sorta di dialetto che esprime l’essenza di un luogo e di chi lo abita. Ecco perché è importante utilizzare i materiali locali, le maestranze locali e studiare sempre accuratamente le tradizioni costruttive del luogo.
Un’architettura così concepita sarà anche sostenibile.
Purtroppo però, la realtà di tutti i giorni è ben diversa e persino oltre il Circolo Polare Artico c’è la corsa a realizzare edifici improbabili, troppo alti e grandi per adattarsi al clima locale. Fa riflettere notare come tutte le civiltà, anche quella vichinga, poco prima del loro collasso tendevano a costruire edifici sempre più grandi, come si può leggere nel libro “Collapse” dell’antropologo Jared Diamond. Ora si tende a costruire architetture sempre più grandi e avveniristiche in ogni parte del globo.
Il legno è portavoce di una filosofia completamente differente. Si parte dall’albero, che viene tagliato e lasciato nel bosco, con la chioma in direzione del fondovalle, in modo che la linfa fuoriesca dal tronco e si ottenga naturalmente un legno poco umido, che non si inarca o deforma.
Il legno degli alberi cresciuti naturalmente e lentamente è unico, di qualità eccellente ed in Norvegia viene utilizzato anche per costruire imbarcazioni.
Il legno è comunque impiegato a tutte le latitudini, basti pensare al bambù, utilizzato insieme alla pietra nei paesi caldi per realizzare scuole architetture di emergenza. Ma è il legno che offre alla costruzione un microclima ideale, permettendo al fresco della notte di penetrare nell’ambiente abitato e offrendo un riparo dai caldi raggi del sole durante il giorno.
Uno dei progetti più recenti dello studio, a metà strada tra arte e architettura, è la “torre di libri” costruita nell’estate 2010 all’interno del Victoria & Albert Museum di Londra per l’esposizione “Architects build small spaces”. Una struttura eterea ed elementare, progettata e realizzata a partire da assi di legno pretagliate, in grado di ospitare oltre 6.000 libri con i dorsi rivolti all’interno della costruzione. Quando tutti gli “scaffali” sono colmi, guardando la costruzione dall’esterno si notano i mille colori della carta, che si armonizzano con quelli del legno: dopotutto la carta è di fatto legno, ma in una forma differente.
Un altro progetto recente è la piccola Cabinet House, esposta di fronte al MAXXI. Si tratta del prototipo di una costruzione lignea di 3 piani a basse emissioni, realizzata in 10 giorni con la tecnica balloon frame dagli studenti del Politecnico di Milano. Un edificio come questo, realizzato in così pochi giorni, può durare fino a 100 anni ma la cosa più bella è che, grazie a questa esperienza, 15 futuri architetti hanno imparato a progettare con il legno e ad amare questo materiale. Con questo edificio si voleva dimostrare alla città di Roma che è possibile costruire in legno a queste latitudini, che è bello progettare spazi minimi e infine che l’architettura può essere energicamente autonoma, basta sfruttare l’energia del sole attraverso i pannelli solari.