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Le nuove chiome della citta’

L’ampliamento di un complesso residenziale del dopoguerra a Amburgo è l’occasione per una convincente sperimentazione tipologica e formale

L’ampliamento di un complesso residenziale del dopoguerra a Amburgo è l’occasione per una convincente sperimentazione tipologica e formale

In molte grandi città tedesche, negli ultimi anni, tagli alla politica di finanziamento hanno portato a delle tensioni del mercato immobiliare residenziale. In particolare sono le abitazioni a prezzi accessibili a scarseggiare, con conseguenti irritazioni di umore. Ciò vale anche per Amburgo, dove si assiste a una lotta aspra tra l’amministrazione, il governo della ­città e varie coalizioni di gruppi di cittadini con lo scopo di non complicare ulteriormente la situazione delle abitazioni residenziali a prezzi elevati. Anche gli architetti sono invitati a dimostrare con metodi originali e innovativi, come alloggi di qualità contemporanea possano essere gestiti, modellati e ampliati in modo esemplare.

Lo studio di architettura blauraum di Amburgo negli ultimi anni si è occupato in particolare di soluzioni non convenzionali di ristrutturazione, divenendo molto famoso a livello internazionale grazie alla conversione di un immobile direzionale degli anni 70 in una palazzina residenziale esclusiva. 

Ora, gli architetti sono stati chiamati a intervenire su degli edifici residenziali della fine degli anni 50: nella Bebelallee, a nord del centro, il giovane studio di architettura ha sviluppato, attraverso una studio di fattibilità, una possibilità di densificazione, compito che a Amburgo, visto lo spazio vitale ristretto e il livello degli affitti, è stato accolto con entusiasmo. La costruzione relativamente ariosa del dopoguerra sembrava offrire una possibilità di ampliamento dello spazio vitale, tuttavia questa estensione doveva essere collegata coerentemente a un risanamento energetico. Il complesso di sei edifici in linea, attraversato da uno spazio verde tipico per l’epoca, era costituito da palazzine residenziali a due e tre piani. Invece di estendere la struttura a pettine all’interno dello spazio verde, gli architetti hanno proposto una sopraelevazione, ottenendo così l’incarico per la realizzazione della costruzione.

Fattore quattro: spazio raddoppiato, consumo energetico dimezzato

Si è riusciti a conservare gli spazi verdi e gli alberi, che peraltro hanno dato anche il nome al progetto. La definizione »Treehouses« suggerisce il concetto di vivere non all’interno bensì tra le chiome degli alberi, concetto vero solo a metà dal momento che la densità arborea non è così elevata. Ciò non ha diminuito la qualità del progetto: le cinque linee di orientamento nord-sud sono state sopraelevate di due piani, la linea est-ovest di tre piani è stata sopraelevata di uno. Tuttavia prima di sviluppare questa proposta fu necessario convincere le istituzioni – ostacolo superato grazie a una deroga al piano regolatore. I 90 appartamenti sono stati ampliati di 9000 metri quadri realizzando 47 nuovi appartamenti e differenziando l’offerta residenziale. I nuovi appartamenti hanno delle dimensioni che variano tra 70 e 150 metri quadri. Inoltre è cambiata anche la struttura sociale degli inquilini, ora ci vivono di nuovo famiglie con bambini. Il risultato è un contributo molto interessante alla questione della conversione e dell’ampliamento delle nostre città, perché crea qualità abitativa e architettonica, ma anche perché coniuga sfide sociali, strutturali e civili con i concetti architettonici che vanno oltre l’edificio stesso, proponendo uno spunto per come affrontare le sfide del futuro. L’ampliamento in legno era visto dapprima come pura risposta pragmatica e statica. Le costruzioni esistenti non erano adatte a un ampliamento e per contenere i costi si è scelta una costruzione leggera. D’altra parte, grazie all’impiego di elementi di legno prefabbricati, i tempi di costruzione sono stati brevi. Per motivi di economicità il committente aveva fatto esplicita richiesta che gli edifici continuassero a essere abitati durante l’intera fase di ristrutturazione. Sempre grazie agli elementi prefabbricati, i residenti non hanno subito grandi disagi durante la fase dei lavori; per ogni linea, dunque, il tempo di costruzione compreso il risanamento energetico fu di circa 6 mesi. Va inoltre tenuto conto dei vantaggi ecologici del legno come materiale di costruzione in un’ottica di emissioni di CO2

In definitiva è stato raddoppiato lo spazio vitale e il consumo totale di energia dimezzato. Per far fronte alla sopraelevazione da un punto di vista statico, ­alle pareti esistenti sono stati preposti dei pilastri ­in cemento armato collegati con travi in cemento armato, sulle quali è stata apposta la costruzione del telaio in legno. Verso sud, la costruzione esistente doveva essere in qualche modo rispettata per non togliere la luce del sole ai piani sottostanti. A nord, invece, la costruzione è stata protesa per guadagnare ulteriore spazio. Poiché i piani sopraelevati sono più alti rispetto alle abitazioni sottostanti, gli ampliamenti hanno un effetto imponente. In particolare le pareti a nord, alte due piani, sono chiaramente ­visibili. La luce entra solamente da finestre a sbalzo laterali. Per addolcire l’impressione d’ingombro, gli ampliamenti sul lato sud sono stati ridotti a favore di grandi terrazze. Per ragioni pragmatiche s’instaura in questo modo un gioco di volumi particolarmente vario.  

Pragmatismo efficace dal punto di vista estetico

Esigenze architettoniche e considerazioni funzionali sono state coniugate in svariati modi. Grazie al nuovo ampliamento, alla costruzione sono state applicate le definizioni della classe 4 anziché quelle della classe 3 prevista in precedenza. In questo modo, accanto ai vantaggi della gestione della pianta e dell’ampliamento dell’esistente, si è proceduto a sopraelevazioni in duplex affinché la sicurezza antincendio fosse semplificata tra i due piani. Gli elementi del telaio in legno sono stati collegati con pannelli in cartongesso. I doppi grigliati verticali si sono resi necessari per evitare giunti verticali e raggiungere lo standard F90. Inoltre è stato necessario integrare dei profili orizzontali e verticali in metallo sui bordi inferiori e sui muri tagliafuoco. La facciata retroventilata di triple scandole di cedro, è stata sottoposta a varie verifiche: la grande e ruvida superficie delle tegole non è stata sigillata, poiché era comunque resistente alle scintille e al calore radiante. Gli architetti tuttavia hanno saputo sfruttare le ragioni pragmatiche anche in un’ottica estetica: la decisione di usare le tegole è un modo per fare risaltare il legno anche esternamente, un tipo di facciata piuttosto inusuale a Amburgo e in tutta la Germania del nord.

La facciata dimostra che la ricostruzione non è solo un concetto di gestione responsabile delle risorse, ma anche che tematiche come l’ecologia e la sfida sociale ci possono portare a abbandonare strade convenzionali e conosciute. Il metodo della combinazione di diversi stili, propria del pop, ha costituito una risposta alle tradizioni regionali. Il risanamento energetico prevedeva, oltre all’ampliamento, anche il nuovo isolamento delle facciate. Qui gli architetti hanno preferito una facciata a intercapedine d’aria fatta di mattoni grigi di torba per sostituire gli originali mattoni gialli e rossi. Le foto scattate subito dopo il completamento dell’opera non corrispondono ancora all’idea perseguita dagli architetti. Le tegole di cedro, infatti, con il tempo assumeranno un colore grigio, ben presto dunque avranno la stessa tonalità grigia dei mattoni, e il materiale della facciata, piuttosto insolito per Amburgo, si adeguerà all’ambiente circostante e sottostante. Il complesso residenziale nel frattempo scopre un volto che differisce molto dall’originario carattere di periferia su­burbana del dopoguerra e si orienta al concetto di edilizia urbana moderna: i nuovi appartamenti duplex al piano superiore offrono spazi aperti con accesso a grandi terrazze. Il nuovo carattere urbano comprende anche la maggiore densità. Grazie al mantenimento della struttura spaziale aperta, il complesso dispone dello charme dell’abitare nel verde. Anche questo fa parte del concetto architettonico: mantenere l’esistente.

Architettura

blauraum, Amburgo

Fotografie

Dominik Reipka, Gaia Cambiaggi, Hagen Stier

Treehouses Bebelallee, Bebelallee 64-70, Amburgo

Committente 

Robert Vogel GmbH & Co.

Architettura 

blauraum architekten, Amburgo

Ingegneria 

Ingenieurbüro Dr. Binnewies, Amburgo

Costruttore 

o.lux GmbH & Co

Protezione dal fuoco

Ingenieurbüro T. Wackermann GbR, Amburgo

Realizzazione 

settembre 2010

Superficie utile 

8.800 m2 ampliamento  (9.600 m2 esistente)

Costi 

19 milioni €

Consumo energetico 

prima: 217 kWh/m2, dopo: 81 kWh/m2

Concetto energetico 

teleriscaldamento

Sistemi costruttivi

Sistema misto in cemento armato, metallo e legno

Statica 

consolidamento delle fondazioni esistenti e realizzazione di una struttura a campate passanti al disopra delle costruzioni esistenti

Murature 

pannelli preassemblati di legno        

Tetto e solai 

pannelli preassemblati di legno 

Isolamento 

20 cm lana di roccia (WLG 035)

Facciate 

3 strati di scandole di cedro dell’Alaska, retro areate

Partizioni interne 

Pannelli in Gesso Fermacell

Protezione dal fuoco 

K45, rivestimento dei pannelli in legno. Profili in metallo sui bordi delle facciate. Presenza di vie di fuga a tutti i piani