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Complesso Palatesta, Bologna 2010 Intervista con Giorgio Volpe e Walter Capovilla

Complesso Palatesta, Bologna 2010

Come è nato il progetto? Quali erano le ragioni, le necessità, gli obiettivi?

Giorgio Volpe Si è trattato di un incarico diretto: da un ex capannone di 2000 m2 realizzare alloggi di qualità.

Come si è pervenuti alla decisione di costruire in legno? Era chiaro dall’inizio?

Giorgio Volpe Inizialmente il progetto era pensato in edilizia tradizionale. Mentre il progetto era già in fase avanzata, sono entrato in contatto con il mondo della costruzione in legno grazie agli architetti Mauro Rossaro di Rovereto e Massimiliano Vanella di Trento. Ho frequentato corsi e convegni insieme alla committenza, e ci siamo convinti della qualità di questo materiale. Siamo andati poi a discutere il progetto con la LignoAlp per verificare la possibilità di trasformarlo in un edificio in legno. Abbiamo visitato alcuni loro cantieri in costruzione e abbiamo potuto renderci conto della grande affidabilità di questa tecnologia e di questo approccio alla costruzione. Mi sento di dire che un edificio pensato in muratura lo si può sempre realizzare in legno, guadagnandoci, viceversa non è altrettanto vero. Ci si stupisce della facilità con la quale il legno permette di risolvere i problemi altrimenti complicati. Se è vero che si deve investire molto più tempo sul progetto, si risparmiano molti problemi e imprevisti in seguito in fase di cantiere. Walter Capovilla. Le modifiche in cantiere non sono mai facilmente controllabili. La costruzione in legno, essendo in buona parte prefabbricata, permette di eliminarle o di ridurle al minimo. Inizialmente è chiesto uno sforzo mentale ed operativo al progettista abituato ai tempi del costruire in cemento o muratura. Purtroppo ancora oggi il grande lavoro progettuale a priori viene spesso considerato come un problema, una difficoltà piuttosto che una garanzia di successo. Giorgio Volpe. Con la prefabbricazione, spostare la realizzazione degli elementi permette di lavorare in certezza, in precisione. Dà garanzie, si guadagna in affidabilità. E non solo. Nel caso di questo progetto, la leggerezza del legno ci ha permesso di risparmiare sulle dimensioni delle fondazioni, così che da 20 posti auto possibili con il sistema tradizionale, siamo riusciti a realizzarne 34. Le strutture sono molto più ridotte, e così si guadagna spazio. Siamo passati dall’età della pietra a quella moderna del legno.

Chi ha deciso per il legno?

Giorgio Volpe L’investitore ha condiviso tutte le fasi del progetto ed ha acquisito la forma mentis necessaria.

Quali conseguenze (normative, culturali) sono derivate dalla decisione di costruire in legno? Ci sono state difficoltà tecniche da affrontare?

Giorgio Volpe Io lavoro sia con privati che con investitori. Per il singolo realizzare una casa in legno è il massimo, il messaggio della qualità della costruzione in legno è passato. Per gli investitori e le imprese è più difficile, serve tempo perché possano formare le maestranze e la mentalità adeguate.

Walter Capovilla Tecnicamente non ci sono state problematiche particolari, se non miglioramenti. Abbiamo invece dovuto affrontare il discorso affidabilità con le assicurazioni. Il legno viene ancora guardato con sospetto, gli altri materiali no. È una questione di ignoranza. Abbiamo presentato stratigrafie e prestazioni scientificamente provate. L’argomento vincente per le assicurazioni è stato che, nel caso di demolizione, smaltire un edificio in legno costa meno che uno in muratura o cemento.

Quale è stata l’esperienza di lavoro con la ditta costruttrice?

Giorgio Volpe Ho riscontrato una grandissima preparazione dei tecnici, tutti avevano una visione d’insieme del progetto. La tecnologia dei diversi pacchetti è venuta da loro. Il rapporto fra di noi era quello fra chi sa cosa vuole e chi sa come costruire.

Per voi come impresa costruttrice, era una novità essere chiamati in una realtà cittadina come quella di Bologna?

Walter Capovilla In effetti, intervenire in un’area così densa e urbana era una cosa nuova anche per noi. Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con l’architetto per l'ottimizzazione del tutto. Il progetto era molto complesso e richiedeva un dialogo continuo.

Giorgio Volpe Rossaro e Vanella hanno redatto il progetto esecutivo. Io sento di dire di avere imparato più in questo cantiere che negli anni di università. Era necessaria una conoscenza trasversale completa e coerente, dal titolare dell’impresa, ai tecnici, fino all’operaio in cantiere. Questo è un aspetto fondamentale. Se sai perché stai facendo una determinata cosa, la fai bene.

E i costi?

Giorgio Volpe Per raggiungere gli stessi risultati con il tradizionale devi fare molta più fatica, perdi in spazio, e in tempo.

Walter Capovilla Forse l’edificio in legno costa un poco di più come materia prima, ma tenendo conto delle tempistiche di costruzione che permettono un veloce rientro degli investimenti e del ridotto consumo energetico richiesto, siamo alla pari, se non in vantaggio.

Giorgio Volpe Il budget è centrale, oggi. Decisivo è definire come si parametrano i costi. L’economia si fa sulla serialità, sulla dimensione. A mio avviso sarebbe importante iniziare a ragionare sui sistemi misti, cemento e legno, muratura e legno. La tecnologia ibrida è veramente interessante, soprattutto sulla grande dimensione. In Italia sarebbe ottimo confrontarsi meglio su queste collaborazioni fra materiali.

Avete in programma di realizzare altri progetti in legno?

Giorgio Volpe Ne ho già realizzati altri che ho seguito personalmente anche negli esecutivi. Nel panorama edilizio odierno, differenziare l’offerta e mettere sul mercato tipologie di qualità diventa vincente. Chi cerca casa c’è, c’è una fascia medio-alta che può accedere al mutuo e che oltre all’oggetto cerca anche una nuova modalità sostenibile di abitare. Vivere nel legno è una scelta di vita, sostenibile, di responsabilità sociale, dà soddisfazione morale.

Perché avete nascosto il legno?

Giorgio Volpe Dal punto di vista normativo sarebbe stato possibile lasciare il legno a vista. Ma per motivi estetici e di mercato si è deciso di non esporlo. Il progetto non voleva essere un manifesto estetico, ma garantire una grande qualità tecnologica. Non è una questione ideologica, il legno si usa dove dà il meglio di sé.

Ormai a distanza di qualche tempo, quali sono i feedback ricevuti dagli abitanti?

Giorgio Volpe Mi è stato confermato che il comfort è molto elevato. Inoltre, questo edificio è costato meno al m2 di altri realizzati in zona con sistemi tradizionali.

Concludendo, quali sono i vantaggi del costruire in legno in città?

Giorgio Volpe Innanzitutto ci sono le qualità intrinseche del legno (pulizia, velocità, razionalità). Il cantiere era molto disagiato per l’accessibilità, ma grazie alla razionale prefabbricazione degli elementi siamo andati molto spediti con la realizzazione. L’occupazione del suolo pubblico era ridotta, la logistica facilitata: abbiamo diviso il tutto in tre aree, potendo già lavorare alle finiture nella prima, mentre nelle seguenti si era ancora al grezzo. Anche quando in seguito abbiamo aggiunto un nuovo edificio in legno nella corte, abbiamo potuto fare tutto con la gru, senza dovere entrare con mezzi pesanti.

Walter Capovilla Logisticamente, tutto arriva just-in-time, il cantiere è ordinato, asciutto. Quando si era ancora al grezzo c’erano già le prime visite di possibili acquirenti perché la pulizia dell'insieme permetteva di farsi un’idea chiara degli spazi.

Giorgio Volpe Quando si entra in un edificio in mattoni in costruzione, senza intonaco, l’atmosfera è confusa, e un non addetto ai lavori non riesce a valutare le dimensioni vere degli spazi. La pulizia formale e spaziale del costruire in legno invece dà fiducia, comunica affidabilità. E la superficie del legno è calda, anche in fase di cantiere, è piacevole. Per me costruire con il legno è diventata la scelta prioritaria.

Il dettaglio di sezione evidenzia l’attenzione ai criteri di ecosostenibilità. Il confronto fra prima e dopo sottolinea la sensibilità dell’intervento

Architettura

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Walter Capovilla