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WOOD-growing cities Il contributo del legno per una crescita urbana sostenibile

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Milano, venerdì 24 maggio 2013 dalle ore 14.30 alle ore 18.30 Gruppo 24 ORE, Via Monte Rosa 91, Milano

Il contributo del legno per una crescita urbana sostenibile

Il legno come materiale da costruzione ha acquisito un’importanza fino a pochi anni or sono ritenuta impensabile.

La sensibilizzazione globale circa la valorizzazione delle risorse naturali e il rispetto dell’ambiente ha determinato un nuovo modo di pensare anche nel campo dell’architettura.

La ricerca ha apportato notevoli miglioramenti nella protezione antincendio e acustica delle costruzioni in legno e lo sviluppo di nuovi materiali unito a sistemi computerizzati di calcolo e produzione permettono oggi nuove forme di progettazione.

In seguito al crescente impiego del legno nel settore dell’edilizia, nelle nostre città e nei nostri paesi sta fiorendo un “secondo bosco” e, con esso, un importante bacino di contenimento di anidride carbonica che contribuisce al miglioramento del clima.

Uno dei più antichi materiali costruttivi contribuisce in maniera decisiva a un’architettura attenta alla valorizzazione delle risorse, un materiale familiare si presenta oggi forte di una versatilità nuova. Questi sono i messaggi che ha voluto diffondere il convegno internazionale “WOOD-growing cities” tenutosi a Milano lo scorso 24 maggio, grazie al quale promo_legno ha cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica circa la trasformazione del legno come materiale da costruzione per la realizzazione di edifici contemporanei.

Il legno da costruzione (ricavato dalle conifere più diffuse, come il pino e l’abete) è una materia prima di cui disponiamo in abbondanza: nei boschi europei cresce infatti molto più legname di quello che in realtà viene utilizzato. Terra, acqua, aria e luce sono i soli elementi necessari alla crescita degli alberi, alcuni dei quali vengono periodicamente abbattuti per ricavare legname e per far posto alle nuove, giovani piante che crescendo preservano l’ecosistema del bosco continuando a stoccare anidride carbonica.

Infatti i boschi e le foreste svolgono un ruolo di primo piano nella lotta per la salvaguardia del pianeta e per la riduzione del cambiamento climatico. Nel loro processo di crescita, gli alberi necessitano della CO2 che sottraggono all’atmosfera rilasciando nel contempo ossigeno: ecco perché sono considerate dei veri e propri “polmoni verdi”. Un metro cubo di legno è in grado di immagazzinare 0,9 tonnellate di CO2, e questo anche quando è impiegato per costruire un edificio, da cui la logica della foresta urbana. La CO2 contenuta nel legno sarà rilasciata nell’atmosfera solo quando questo sarà bruciato, ma anche in tal caso si potrà parlare di un bilancio, dal punto di vista della CO2, neutrale.  

L'albero cresce nella foresta, e la sua lenta crescita gli permette di stoccare CO2. L'edificio in legno riprende questa stessa logica. Il luogo comune che un edificio in legno non duri nel tempo è smentito dai molti esempi di edifici storici tuttora in perfetto stato  in tutto il mondo, dai Templi di Kyoto fino al Ponte del Palladio: se ben concepito, realizzato e mantenuto, un edificio in legno vive intatto per secoli. Non si tratta solo di una scelta etica, ma di una necessità. La cultura del mantenimento è l’unica alternativa allo sviluppo incontrollato delle attività produttive.

Il Dr Uwe Moeller, economista tedesco e segretario generale della sezione tedesca del Club di Roma, ha dettagliato il concetto durante il suo intervento “No Green Cities, no sustainable Future! How wooden buildings can contribute”: “intorno al 2050 tre quarti della popolazione vivrà concentrata in agglomerati urbani. E il rischio del riscaldamento globale è rilevante”. Per invertire la tendenza? Occorre sviluppare un concetto rivoluzionario da attuarsi nei prossimi decenni, soprattutto nell’emisfero sud del mondo, e seguire la direzione di città verdi e sostenibili. E nel passaggio dall’ingegneria costruttiva convenzionale all’utilizzo di materiali e tecnologie “cradle to cradle”, o “life cycle design”, gli edifici in legno possono dare un contributo sostanziale.

Troppo astratto? Affatto. In Svizzera, da qualche anno, si sta mettendo in atto un’efficace politica di risparmio energetico, anche grazie all’utilizzo del legno in edilizia. Si tratta della “Società a 2000 Watt”, un progetto della scuola politecnica di Zurigo, illustrato dall’architetto Alberto Alessi. Attualmente in Svizzera (ed in occidente più generalmente), ogni persona necessita di una potenza continua di 6000 Watt in media (addizionando tutte le fonti energetiche). L'idea della società a 2000 Watt è di dividere questi bisogni ad un fattore 3. Di questi 2000 watt, solamente 500 dovrebbero derivare da fonti di energia non rinnovabili. Il resto dovrebbe obbligatoriamente derivare da fonti energetiche rinnovabili. La regione di Basilea si è proposta come regione pilota nel quadro di questo progetto. Le nuove tecnologie ed un utilizzo più efficiente dell’energia rendono possibile una riduzione decisiva o addirittura l’eliminazione di inutili sprechi. Infatti studi empirici e teorici dimostrano che grazie a rinnovate misure di efficienza energetica l’impiego di energia dell’odierna industria potrebbe essere ottimizzato del 90%.

Ne è un esempio concreto il complesso residenziale di Bridport House nel quartiere di Hackney, a nord-est del centro di Londra, presentato dall’ing. Philipp Zumbrunnen, Project Director dello studio specializzato in strutture in legno EURBAN. Bridport House sostituisce un blocco di appartamenti degli anni Cinquanta ed è la prima costruzione lignea di Social Housing a più piani del Regno Unito:  41 appartamenti, un complesso di 8 piani per 25,5 metri di altezza completamente realizzato con pannelli in legno massiccio a strati incrociati (XLAM), compresi vani scale e ascensore. La scelta del legno scaturisce da una necessità ben precisa: uno dei più grandi sistemi fognari di Londra corre in diagonale sotto il sito di costruzione e scoraggia l'utilizzo di un materiale da costruzione pesante. Secondo  Zumbrunnen "Con l'aiuto dell’XLAM, l’altezza della costruzione è stata raddoppiata, mentre il peso totale dell'edificio è aumentato solo del dieci per cento". Inoltre gli studi effettuati dal Centro per lo Sviluppo Sostenibile presso l'Università di Cambridge mostra che Bridport House funge da serbatoio di stoccaggio del carbonio: in 1.576 m³ di pannelli XLAM installati ci sono 2.113 tonnellate di CO2 immagazzinata. Ogni appartamento è composto da 30-40 m2 di pannelli XLAM, pari a circa 30 tonnellate di CO2. Se l'edificio fosse stato realizzato in cemento armato, sarebbero invece state liberate 892 tonnellate di CO2.

E in Italia? “Si tratta di un percorso di informazione e formazione, che sarà parte integrante del mio mandato come presidente” commenta  Claudio Giust, presidente promo_legno. “È molto importante fare rete con progettisti, ingegneri, architetti. Occorre affidarsi ad aziende specializzate, in grado di utilizzare al meglio questo materiale. Anche gli imprenditori devono fare la loro parte, e ricominciare lentamente a investire nella ricerca. Il mercato è ricco di stimoli, e chi investe oggi avrà un futuro solido”.  A questo proposito Andrea Bernasconi (responsabile scientifico promo_legno) ha illustrato i dettagli di un intervento di Social Housing a Milano, in via Cenni, che si sviluppa su un'area complessiva di 17.000 metri quadrati, attualmente l’intervento residenziale in legno più rilevante d’Europa. “Il sistema costruttivo del complesso di 124 appartamenti, che comprende anche 4 torri di 9 pianiper 27 metri di altezza, è a pannelli in legno massiccio a strati incrociati (XLAM), una soluzione preferita sia per motivi di carattere ecologico-ambientale sia per le potenzialità tecniche che consentono la realizzazione di edifici multipiano con elevate prestazioni in termini di sicurezza strutturale e comfort abitativo. Il valore della flessibilità proposto nella distribuzione degli spazi interni dell'alloggio e garantito dallo stesso sistema costruttivo, consente una personalizzazione dell'ambiente della casa secondo una modalità partecipata”.

AND LAST BUT NOT LEAST….. “Timber si the new concrete”. Certamente un titolo provocatorio ma che trova riscontro nei diversi interventi del convegno.  Il legno è il nuovo cemento e lo sta dimostrando a pieno titolo. L’arch. e prof. Alex de Rijke ha mostrato lo sviluppo di questo concetto attraverso i progetti realizzati dallo studio dRMM di Londra(tra i quali la “Tower of Love” di Blackpool, UK), da lui fondato nel 1995 insieme a Philip Marsh e Sadie Morgan, promotori dell’utilizzo del legno lamellare nel Regno Unito e vincitori di numerosi premi per la continua ricerca di nuovi materiali, nuovi metodi di costruzione e lo sviluppo di tecnologie sostenibili; il prof. de Rijke, che è anche Preside di Architettura del Royal College of Art di Londra, è fautore di una costante ricerca di nuovi materiali e moderni metodi di costruzione, ricerca che si manifesta attraverso manufatti architettonici dove l’espressività e la moderna tecnologia del costruire in legno sono in perfetto connubio con le logiche legate all’ecologia ed al risparmio energetico.

Un’evoluzione continua della tecnologia per una crescita sostenibile e soprattutto “green” delle nostre “growing cities”.

Chiara Sirianni, Ufficio Stampa FederlegnoArredo
Lorena De Agostini, promo_legno