Inhalt

Splendore Rinnovato

Un auditorium nell'ex Oratorio

Il restauro dell’Oratorio San Filippo Neri a Bologna è l’occasione per rileggere filologicamente un edificio plurisecolare, adeguandolo al contempo a nuove funzioni. Ne emerge un’affascinante stratificazione di momenti storici, culturali e artistici.

La storia di questo monumento è molto movimentata: progettato e realizzato da Alfonso Torreggiani (1682 - 1764) fu inaugurato nel 1733. Soppresso e riabilitato più volte: nel 1798 e dopo l’Unità d’Italia. Restaurato ed “elettrificato” nel 1905. Nel 1944 fu bombardato e furono distrutti il tetto, le volte, la cupola e il lato destro dell’aula e dell’abside. Un intervento di restauro fu realizzato dal soprintendente Barbacci, dal 1948 al 1953, che ricostruì colonne in cemento armato e tamponamenti in mattoni, rifece il tetto con capriate lignee ma demolì il pavimento e l’interrato.
I lavori non furono mai completati e il monumento venne abbandonato per quasi 50 anni o male utilizzato (come magazzino, autorimessa e deposito), causando danni alle strutture e ulteriore degrado e disfacimento dell’apparato decorativo. Il progetto di restauro della fabbrica ad uso auditorio e sala conferenze non si propone come restauro filologico integrale, in quanto avrebbe comportato la demolizione e ricostruzione con tecniche tradizionali degli interventi postbellici.
L’obiettivo è stato quello di non cancellare il restauro eseguito 50 anni prima e, al tempo stesso, di ripristinare e consolidare tutto ciò che la bomba non aveva distrutto.

L'approccio della ricostruzione

La particolare ricostruzione della cupola, volte a botte e a vela, ridefinisce la sagoma originale attraverso una struttura lignea di centine portanti e listelli, sagomata secondo le curve ricavate dalle sezioni orizzontali, oppure “a seguire” la curva nella proiezione della sezione verticale (volta a botte). Questo approccio permette la lettura contemporanea degli interventi e al contempo di evidenziare il dramma della guerra. La struttura lignea recepisce l’ordine strutturale delle volte e cupole preesistenti: grandi archi in legno lamellare coprono la larghezza di 12,60 m della sala ed integrano, dove necessario, la struttura portante in mattoni, opportunamente consolidata con l’ausilio di tiranti in acciaio e fasciature in carbonio. Grazie alla leggerezza del materiale e alla sua intrinseca flessibilità, la struttura di legno è in grado di rispondere alle esigenze del progetto, rispettando l’andamento e gli spessori della struttura ancora in opera per proseguire (pur cambiando il materiale) la trama strutturale del soffitto. Questo principio è stato considerato fondamentale per l’integrazione dell’intervento nel complesso architettonico. Il restauro, per definizione, ha lo scopo di restituire il bene architettonico fruibile e leggibile in tutta la sua stratificazione e testimonianza. La soluzione di legno, realizzata per questo progetto di restauro, assume ulteriori significati relativi alla reversibilità e riciclabilità, propri di un materiale che rappresenta una vera risorsa rinnovabile.

Sintesi degli interventi

  • ripristino filologico del solaio voltato e del pavimento in cotto della sala;
  • restauro filologico dell’opera del Torreggiani;
  • ricostruzione delle volte e della cupola mediante un’armatura⁄ centinatura lignea;
  • mantenimento dei lavori di restauro degli anni postbellici;
  • ricostruzione schematica del coro;
  • recupero del sottotetto per l’impiantistica.

Architettura

Pierluigi Cervellati

Fotografie

Federica Stupazzini, Franco Zanini

Auditorium/Sala conferenze, Bologna

Committenza

Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

Progetto e Arredi

Pierluigi Cervellati, con Giorgio Volpe e la collaborazione di Ulrich Seum e Roberta Zanoli

Strutture

Carlo Dazi Impianti, Busi Impianti

Costruzione in Legno

Holzbau

Costruzione edile

Cogei s.p.a.

Realizzazione

2000

Costo

3.000.000 €