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Interview: Consegna franco domicilio

Un’architettura forte rilegge un luogo montano partendo da una consapevolezza costruttiva adeguata e sorprendente

Come è nato il progetto dell’Alpenhotel Ammerwald? Quali erano le ragioni, le necessità, gli obiettivi?

Oskar Leo Kaufmann Inizialmente siamo stati contattati per una consulenza dalla bmw che possedeva un edificio, che funzionava come albergo e centro ­seminariale per i propri dipendenti, nello stesso luogo di quello attuale. Dopo una verifica sul posto abbiamo solo potuto constatare che questo edificio non era recuperabile. La bmw ha quindi bandito un concorso a inviti al quale siamo stati invitati a partecipare. Già nel bando l’obiettivo era quello di individuare un possibile sistema modulare, velocemente realizzabile e che incarnasse pienamente lo spirito innovativo proprio della società automobilistica bavarese. Il concorso era previsto a una fase, in realtà è stato gestito in due fasi e alla fine noi siamo risultati vincitori, ­soprattutto grazie alla presenza volumetrica decisa e geometrica della nostra proposta, in contrappunto al luogo naturale e molto diversa dagli altri progetti in concorso che invece erano più »contestuali«. E sicuramente anche la natura chiaramente modulare del progetto, con le 96 camere in legno poste a formare tre piani sopra uno zoccolo di cemento armato ha giocato a favore.

Come si è pervenuti alla decisione di costruire in legno? Era chiaro dall’inizio che si sarebbe costruito con questo materiale?

Oskar Leo Kaufmann In prima istanza non era la volontà di costruire in legno quanto la forza innovativa del progetto che interessava la bmw. Non era comunque tutto facile, abbiamo dovuto anche convincere alcuni rappresentanti della committenza che invece propendevano per un qualcosa di più alpino, di più tipico, che avrebbero ben visto una soluzione più storicistico-romantica, proprio il contrario della nostra proposta, che comunque alla fine ha convinto la giuria penso proprio per questa sua specificità e radicalità di ­approccio. Per noi il progetto era da subito pensato per essere realizzato in legno, proprio per la sua natura modulare e prefabbricabile. Noi non costruiamo solo in legno, molti dei nostri progetti sono in cemento armato o in altri materiali, ma qui era chiaro da subito che il legno sarebbe stato il materiale ideale. Poco prima di questo concorso eravamo stati invitati a partecipare alla mostra »Home Delivery« organizzata dal Moma di New York, e in quell’occasione con la ­nostra proposta System3 avevamo avuto modo di ­sviluppare una prima sperimentazione con l’XLAM, che abbiamo poi approfondito in questo progetto. Per noi era quindi chiaro che il materiale sarebbe stato legno, un legno industrializzato.

Quando è iniziato il coinvolgimento dell’ingegnere? 

Oskar Leo Kaufmann La collaborazione con Konrad Merz e il suo studio è iniziata molto presto, non appena ricevuto l’incarico.
Quale contributo avete potuto fornire come studio di ingegneria?
Konrad Merz Da subito abbiamo preso il progetto così com’era e lo abbiamo calcolato per verificarne la ­statica. In fase di concorso l’edificio era meno lungo, ma con i 96 moduli distribuiti su 4 piani; perciò i ­dimensionamenti dei diversi elementi sono fatti su questa previsione e volendo in futuro si potrebbe ­sopraelevare il tutto di un piano. In particolare, ­all’inizio avevamo previsto di dividere le unità/camere a metà per motivi legati al trasporto: 
il modulo ha una dimensione di circa 4 x 5 m di base, e noi siamo partiti dalla supposizione che un tale ­trasporto si rivelasse pro­blematico per la logistica e la posizione del cantiere, perciò abbiamo proposto di dividerli in 2 parti da 4 x 2.5 m ciascuna, una larghezza compatibile con un camion. Noi non sapevamo chi avrebbe vinto l’appalto per la loro realizzazione, poteva darsi l’ipotesi che venisse aggiudicato a una ditta costretta a passare attraverso un tunnel o un ponte, cosa che con il modulo intero avrebbe ­provocato dei problemi. E noi volevamo proporre un progetto che chiunque potesse realizzare, non ­solo una ditta locale. Tuttavia, una volta assegnato l’appalto e verificato che non esistevano difficoltà per il trasporto, si è deciso di realizzarli completi ­nello stabilimento di montaggio e di portarli poi al cantiere pronti per essere montati e allacciati all’impiantistica.

Quali vantaggi sono conseguiti dalla decisione di ­costruire in legno?

Oskar Leo Kaufmann Le 96 camere ben si prestavano alla costruzione modulare in legno, che offriva anche il vantaggio del risparmio di tempo, e di costi, vista la possibilità di realizzare il tutto in stabilimento, in una situazione di produzione quasi da catena di montaggio industriale: prima i carpentieri, poi gli ­installatori, gli idraulici, gli elettricisti. I due piani ­inferiori, invece, sono caratterizzati da spazi singoli, diversi fra di loro, reception, ristorante, spazi seminariali: qui la modularità non era necessaria e abbiamo quindi deciso di realizzarli in cemento gettato in opera. In effetti l’hotel si sarebbe potuto costruire completamente anche in maniera tradizionale, ma i tempi e il risultato non sarebbero stati gli stessi. 
Konrad Merz Io amo paragonare questo progetto a una sorta di nave container, sotto c’è lo scafo con tutti gli elementi necessari al suo funzionamento e sopra ci sono i container che vengono trasportati.
Oskar Leo Kaufmann I due piani in cemento sono quelli che hanno richiesto più tempo per la realizzazione. I tre piani di moduli in legno sono stati realizzati e montati in 3 sole settimane, una per piano. Non c’è mai stato un problema di imprecisione o di errore di costruzione, l’unico ritardo è dipeso dal cattivo clima che ha costretto a slittare di un poco un trasporto. 
Konrad Merz La caratteristica particolare e decisiva di questi moduli, rispetto a quanto si faceva prima e anche a quanto si è fatto normalmente dopo, è che in questo caso il grezzo e il finito corrispondono, sono la stessa cosa. La struttura è la finitura. 
Oskar Leo Kaufmann Anche nei bagni le pareti sono ­lasciate al grezzo, protette solo da uno strato di Coelan.
Konrad Merz Nei moduli tutto è portante, le pareti, il pavimento, il soffitto. Il raddoppio degli elementi parete e pavimento non rappresenta uno spreco di materiale, ma permette di garantire un isolamento acustico fra le diverse camere, rafforzato da uno ­strato di 40 mm di lana di roccia e da un pannello di cartongesso per aumentare la massa e quindi la fonoassorbenza del sistema. I moduli poi non sono uniti verticalmente in modo rigido fra loro, ma ­separati da sottili strati di gomma. L’isolamento ­termico esterno viene aggiunto solo alla fine, dopo il montaggio di tutti i moduli e prima del rivestimento finale di facciata in metallo.
Oskar Leo Kaufmann La scelta di lasciare le pareti portanti a vista è una scelta di coerenza con lo spirito del progetto, e, in particolare nei bagni, anche di contenimento dei costi. Non dover piastrellare fa ­risparmiare parecchio tempo e denaro, e oltretutto permette di evitare anche in futuro possibili rotture e crepe dovute alle diverse dilatazioni dei vari materiali.

Quali difficoltà si sono dovute affrontare in seguito a questa decisione (logistiche, normative, fiducia,…)?

Oskar Leo Kaufmann Nessuna difficoltà, in questo caso il legno ha offerto solo vantaggi, anche economici. Alla fine l’edificio è costato di meno di quanto preventivato, anche proprio grazie alla prefabbricabilità del legno che ha permesso di evitare errori e varianti in corso d’opera.

Come si è sviluppato il processo progettuale? È stato necessario adeguarlo durante la realizzazione?

Oskar Leo Kaufmann Se si esclude la decisione di ridurre l’altezza totale da 4 a 3 piani, estendendo il tutto in orizzontale, il progetto in concorso è rimasto invariato. Comunque in quella data, nel 2008, non esisteva ­ancora in Austria una normativa per edifici multipiano in legno, perciò abbiamo avuto l’unico obbligo di presentare un progetto di protezione dall’incendio presso l’istituto ibs di Linz, che lo ha verificato e approvato.

Qual è stata l’esperienza con la ditta costruttrice? 

È stata una collaborazione facile? 
Oskar Leo Kaufmann Ottima, perfetta. Abbiamo lavorato con la ditta KaufmannzimmeREI di Reuthe, con la quale abbiamo già realizzato molti progetti, l’intesa era quindi perfetta e la loro professionalità ineccepibile.

Sono venuti contributi migliorativi al progetto da parte della ditta costruttrice?

Oskar Leo Kaufmann DiREI che la pianificazione da parte nostra e dell’ingegnere era talmente dettagliata e definita che a loro non restava che realizzare concretamente i moduli secondo i piani.
Konrad Merz È stata comunque la ditta a confermarci di poter realizzare e trasportare i moduli completi e non divisi a metà come a un certo punto avevamo ipotizzato.

Quali sono i feedback ricevuti dalla committenza del progetto a distanza di qualche tempo dalla realizzazione?

Oskar Leo Kaufmann Tutto quello che ho sentito sono solo giudizi positivi, sia per il progetto in generale che per il comfort degli ospiti. Se la struttura precedente era aperta solo ai dipendenti della bmw, questa, ­anche grazie al suo carattere è invece a disposizione di chiunque voglia soggiornarvi.

Avete in programma altri progetti da realizzare in ­legno? Perché?

Oskar Leo Kaufmann Come dicevo all’inizio, nel nostro fare architettura lavoriamo volta per volta con diversi materiali, non siamo specialisti, né dogmatici. Ma molto spesso abbiamo progetti in legno, incarichi per i quali riteniamo questo materiale la soluzione più adeguata per quel particolare tema, situazione, cliente. 
Konrad Merz Noi lavoriamo molto su progetti in legno, e dal mio punto di osservazione posso affermare che il legno sta guadagnando sempre più fette di mercato. Soprattutto, oggi questo materiale trova applicazione anche in tipologie e con tecnologie nuove, e penso in particolare ai pannelli XLAM che stanno contribuendo molto a una crescita del settore: la similitudine di questa tecnologia a quella più conosciuta della prefabbricazione in cemento armato aiuta a riavvicinare alla costruzione in legno anche realtà inaspettate come la Gran Bretagna o l’Italia. Infine, la normativa Europea più liberale aiuta molto il settore, e oggi noi riceviamo sempre più richieste di collaborazione su progetti che riguardano non più solo capannoni industriali o piscine, ma appunto alberghi, case per anziani, edifici residenziali multipiano.

Arch. Oskar Leo Kaufmann, Olkruf, Dornbirn, www.olkruf.com
Ing. Konrad Merz, Merz Klay Partner, Dornbirn, www.mkp-bauingenieure.com